Martedì, 30 Aprile 2019
Per avere i suoi soldi da Poste Italiane un consumatore di Vicenza, dopo avere chiesto più volte in via bonaria all’Ente Poste di corrispondergli le somme dovute in base agli interessi stampigliati sui Buoni Postali, è stato costretto a rivolgersi all’Autorità Giudiziaria e, nei giorni scorsi, il Tribunale di Vicenza, nella persona del dott. Francesco Lamagna, ha emesso un decreto ingiuntivo che ordina alle Poste di pagare, entro 40 giorni, € 51.264,68 più gli interessi dalla data della messa in mora e le spese legali del procedimento.
Il consumatore – come molti altri malcapitati- aveva acquistato, a partire dal 1984, dei buoni postali fruttiferi ordinari come forma di risparmio e accantonamento per la propria vecchiaia nella convinzione che rappresentassero delle forme di investimento sicure in quanto a capitale e rendimento (quello stampigliato sui buoni) garantiti.
Così però non è stato e, dopo la loro scadenza, il consumatore si è ritrovato a non poter incassare le somme effettivamente dovute in base ai rendimenti previsti dai buoni in quanto Poste si è offerta di riconoscergli somme decisamente inferiori, applicando criteri e normative in totale spregio di quanto indicato sui titoli stessi.
Così il consumatore ha proceduto ad incassare le somme riconosciute da Poste dichiarando per iscritto espressamente di accettarle “in acconto e con riserva di agire per il maggior dovuto” e, successivamente, tramite gli Avv.ti Elisabetta D’Este e Anna Lorenzi di Adusbef Vicenza ha depositato un Ricorso per decreto ingiuntivo chiedendo il pagamento della differenza per circa € 50.000,00.
Pochi giorni dopo il magistrato ha accolto la sua richiesta sostenendo che “dai documenti prodotti il credito risulta certo, liquido ed esigibile e considerato che sussistono le condizioni previste dall’art. 633 e segg. c.p.c.” ha emesso il decreto, ancorchè non provvisoriamente esecutivo.
Ora Poste ha 40 giorni per proporre opposizione avverso detto decreto ingiuntivo; gli Avv.ti dell’Adusbef sperano, comunque, che detta pronuncia – che pare essere ancora isolata presso il Tribunale Vicentino – faccia da “apripista” per numerose altre così da creare dei precedenti che riconoscano il valore dei rendimenti previsti inizialmente sul titolo in quanto frutto di un accordo contrattuale con il consumatore e inducano Poste a riconoscere finalmente ai risparmiatori quanto a loro legittimamente spettante.
Pertanto Adusbef invita tutti i possessori di Buoni Postali Fruttiferi che ancora non abbiano agito per chiedere il rendimento “integrale” dei Buoni, a rivolgersi alla sede competente per ricevere dai legali, che esamineranno il caso di specie nei particolari, tutte le opportune informazioni e aggiornamenti sulla vicenda.
Il consumatore – come molti altri malcapitati- aveva acquistato, a partire dal 1984, dei buoni postali fruttiferi ordinari come forma di risparmio e accantonamento per la propria vecchiaia nella convinzione che rappresentassero delle forme di investimento sicure in quanto a capitale e rendimento (quello stampigliato sui buoni) garantiti.
Così però non è stato e, dopo la loro scadenza, il consumatore si è ritrovato a non poter incassare le somme effettivamente dovute in base ai rendimenti previsti dai buoni in quanto Poste si è offerta di riconoscergli somme decisamente inferiori, applicando criteri e normative in totale spregio di quanto indicato sui titoli stessi.
Così il consumatore ha proceduto ad incassare le somme riconosciute da Poste dichiarando per iscritto espressamente di accettarle “in acconto e con riserva di agire per il maggior dovuto” e, successivamente, tramite gli Avv.ti Elisabetta D’Este e Anna Lorenzi di Adusbef Vicenza ha depositato un Ricorso per decreto ingiuntivo chiedendo il pagamento della differenza per circa € 50.000,00.
Pochi giorni dopo il magistrato ha accolto la sua richiesta sostenendo che “dai documenti prodotti il credito risulta certo, liquido ed esigibile e considerato che sussistono le condizioni previste dall’art. 633 e segg. c.p.c.” ha emesso il decreto, ancorchè non provvisoriamente esecutivo.
Ora Poste ha 40 giorni per proporre opposizione avverso detto decreto ingiuntivo; gli Avv.ti dell’Adusbef sperano, comunque, che detta pronuncia – che pare essere ancora isolata presso il Tribunale Vicentino – faccia da “apripista” per numerose altre così da creare dei precedenti che riconoscano il valore dei rendimenti previsti inizialmente sul titolo in quanto frutto di un accordo contrattuale con il consumatore e inducano Poste a riconoscere finalmente ai risparmiatori quanto a loro legittimamente spettante.
Pertanto Adusbef invita tutti i possessori di Buoni Postali Fruttiferi che ancora non abbiano agito per chiedere il rendimento “integrale” dei Buoni, a rivolgersi alla sede competente per ricevere dai legali, che esamineranno il caso di specie nei particolari, tutte le opportune informazioni e aggiornamenti sulla vicenda.
Avv. Anna Lorenzi
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